La metà degli italiani compra casa in contanti
Gli italiani amano il mattone e odiano indebitarsi. Questo emerge dai dati rilevati dall’ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, sulla base delle compravendite effettuate attraverso le agenzie affiliate, secondo quanto riferisce il Giornale. Ebbene: sul totale delle compravendite il 50% circa è regolato a vista, senza bisogno del mutuo. A scegliere questo tipo di pagamento è soprattutto chi compra casa per investimento, ossia il 18,2% del totale dei compratori. Persone decise a sfidare le tasse e gli «imprevisti» che il rapporto con un inquilino inevitabilmente genera, pur di avere quattro mura da mettere a reddito. Insomma meglio il cosiddetto «appartamentino», come chiama i suoi Orietta Berti che a suon di canzoni ne ha comperati alcune decine, che avere i soldi in Bot o in Borsa. La particolarità del mercato immobiliare italiano, a differenza ad esempio di quello statunitense, è che chi può, chi ha i contanti e vuole investire nel mattone difficilmente accende un mutuo anche se i tassi sono incredibilmente bassi (tra l’1 e il 2,5%). Infatti, si legge sulla ricerca Tecnocasa, ben l’82% di quel 18,2% che acquista per investire, paga senza alcuna forma di finanziamento. E anche quel 76,2% degli acquisti immobiliari dedicati alla prima casa (mentre il 5,2% è per le case vacanza) vengono effettuati al 51% in contanti mentre solo il 49% decide di fare il mutuo. Un dato che rispecchia la capacità di risparmio degli italiani. Il paese Italia infatti — continua il Giornale — è internazionalmente conosciuto per avere un debito privato molto basso e un debito pubblico invece purtroppo altissimo. Quanto alle case da investimento, non c’è dubbio che il boom degli affitti brevi abbia fatto correre i prezzi al metro quadro nei centri storici delle maggiori città italiane con Milano e Venezia che guidano la classifica. La tipologia più richiesta da chi vuole mettere a reddito è il bilocale con il 35,1% delle preferenze seguiti dai trilocali (27,8%). Un dato interessante riguarda il rendimento annuo che l’ufficio studi di Tecnocasa pone intorno al 5% lordo. Una valutazione forse ottimistica, perché purtroppo una casa ha sempre bisogno di lavori di manutenzione e le tasse, ossia l’Imu e quella diretta sul canone anche se al 21% con la cedolare secca, rendono il business poco sostenibile.
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